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LA SOLUZIONE PREVALENTE PER L’APPROVVIGIONAMENTO DI AZOTO DA PARTE DEI CONSUMATORI INDUSTRIALI RESTA ANCORA L’ACQUISTO DA FORNITORI ESTERNI. MA C’È UNA ALTERNATIVA VINCENTE:L’AUTOPRODUZIONE, IN GRADO DI FORNIRE IL GAS ALLA PUREZZA ELEVATA RICHIESTA, IN MODO VELOCE, PULITO E CON UN RENDIMENTO ENERGETICO TOTALE SUPERIORE A QUALSIASI ALTRO PROCESSO.
L’attenzione di Claind rivolta all’industria della bevande è sempre stata massima, proponendo soluzioni impiantistiche semplici per le esigenze di ciascuna cantina e birrificio, in conformità alle normative europee relative all’azoto alimentare E941. Di queste fanno parte il piccolo TIVANO, ma anche le serie FLO, PICO e MAXI che si differenziano tra loro per la portata di generazione.
Il contatto del vino o della birra con l’aria provoca fenomeni di ossidazione che possono danneggiare la bevanda, modificandone le caratteristiche organolettiche e riducendone di conseguenza il tempo di conservazione. Per questo motivo, i processi di lavorazione e di conservazione vengono eseguiti con gas inerti quali l’azoto e l’anidride carbonica, o una miscela dei due.
Nello specifico le cantine utilizzano azoto alimentare per l’inertizzazione delle cisterne, la flottazione dei mosti, la decantazione, il travaso e l’imbottigliamento; La birra, essendo più sensibile utilizza talvolta azoto con purezze superiori o miscelato con CO2 per l’inertizzazione degli ingredienti e delle cisterne, il travaso, l’imbottigliamento, il lavaggio dei fusti e l’erogazione tramite spillatura.
possibilità di eliminare i serbatoi criogenici e/o i “pacchi bombole” con i relativi problemi di installazione, gestione, autorizzazioni, misure di sicurezza, ingombri, mano d’opera per carico e scarico e così via; infatti, normalmente viene dedicata un’area, anche notevole, per la movimentazione dei “pacchi” o per la manovra dei mezzi per il carico e scarico dei gas.